ARTE
Lo spazio mentale è un caleidoscopio

Invita alla meditazione lo specchio d’acqua posto al centro dello spazio espositivo con cerchi multicolori posti sul fondo tesi a innescare nel visitatore cedimenti ipnotici poiché tale condizione pare indispensabile al fine di immergersi nell’essenza dei mondi sovra e sotto naturali di Kerstin Brätsch raffigurati in Die Sein: Para Psychics II, in corso alla Giò Marconi a Milano.
Alzato lo sguardo dalle silenti vibrazioni acquee si inizia un percorso visivo che porta ad una serie di disegni di piccole dimensioni posti gli uni accanto agli altri come fogli di diario dove l’artista ha raffigurato il suo visionario e tormentato mondo interiore.
Realtà e pulsioni oniriche si fondono e l’oggettività pare trovare linfa in ottiche fantastiche e viceversa. Nelle viscere della terra si muovono forze la cui spinta invasiva intacca il flusso della natura sovrastante conferendo al tutto una inarrestabile continuità.
Visioni surreali a tratti mostruose, avviluppano e trovano nutrimento in embrioni di esseri umani che a loro volta traggono linfa dai rispettivi persecutori.
In questo insieme di mondi e di condizioni esistenziali si compie il delirio creativo della Brästch, artista visiva nata ad Amburgo nel 1979, con al suo attivo studi svolti presso la Columbia University School of the Arts e che attualmente vive e lavora a New York.
Azzardando il capovolgimento delle tavole in mostra, si scorge come tutto rimanga funzionale alla narrazione di base, a dire quanto il potenziale creativo dell’artista sia stato in grado di alimentare mondi e condizioni dove naturale e soprannaturale si attraggano alimentandosi vicendevolmente al fine di mutuare le rispettive esistenze, in equilibri dettati da condizioni spazio-tempo dove follia e ragione paiono stipulare tra loro ir-razionali condizioni di amore e odio.
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