PATTI SMITH A VERBANIA
La sacerdotessa del rock canta sul lago

Lo Stresa Festival diventa nel prossimo fine settimana il tempio della sacerdotessa del rock. Venerdì 29 e sabato 30, per la prima volta in assoluto, il ciclo di incontri musicali estivi del Lago Maggiore ospita Patti Smith, il cui quartetto riempirà di suoni, emozioni e riflessioni l’area del Tecnoparco di Verbania. Pochi giorni dopo, lunedì 1° agosto alle 21, la cantautrice nata a Chicago prenderà poi parte all’Estate al Castello del Castello Sforzesco di Milano, sempre con la stessa formazione.
A livello estetico quanto simbolico, la location scelta per il doppio appuntamento verbanese dimostra un’indiscutibile sintonia con l’evento dal vivo e i suoi obiettivi. Il Tecnoparco, progettato all’inizio degli anni Novanta dall’architetto Aldo Rossi e sua ultima opera, sarà d’altra parte allestito ad hoc per accogliere la performance di Smith. Ma oltre a rappresentare un punto di incontro tra le arti esattamente come la cantante maudite, che nell’arco della sua carriera quasi cinquantennale si è confrontata in prima persona con pittura, poesia, romanzo, fotografia e scultura, la struttura di Rossi è anche, per gli stessi motivi, un luogo pasoliniano. Ed è appunto al lascito letterario ma altresì musicale ispirato da Pier Paolo Pasolini che Smith ha dedicato i propri concerti, celebrando così il centenario dalla nascita dell’intellettuale secondo lo stile che più la caratterizza. Da sempre raccoglitrice e personale interprete degli insegnamenti forniti dallo scrittore e regista, condurrà questo ricordo accompagnata da una band minimale e affiatata, composta dal figlio Jackson Smith alla chitarra, dal suo indefesso e affezionato collaboratore Tony Shanahan al basso e dal batterista britannico Seb Rochford, già collaboratore di Brian Eno, David Byrne e Damon Albarn. Questa è la line-up che calcherà in seguito il palco del Castello Sforzesco, stavolta impegnata in un’esibizione dal titolo An Evening of Poetry and Music. Ancora una volta, dunque, c’è da aspettarsi una serata votata alla relazione tra parola e suoni, secondo l’approccio interdisciplinare che contraddistingue l’artista.
Patricia Lee Smith, classe 1946, è infatti molto più che una delle madrine del rock di impegno sociale, esploratrice di sonorità new wave e punk quando ancora queste erano nella loro fase embrionale o addirittura concettuale. È un mito vivente che ha vissuto a tutto tondo le possibili sfaccettature del reale attraverso l’arte, senza mai perdere l’idealismo degli anni giovanili che ne ha fatto la sentinella di un mondo in cambiamento. Cantautrice, poetessa e artista di strada, si è trasferita a New York a 21 anni dove grazie al fotografo Robert Mapplethorne è entrata in contatto con l’effervescenza artistica della East Coast. Nei decenni successivi, a partire dal 1974, il Patti Smith Group si è imposto come un modello da seguire per rock e pop, dai R.E.M. a Madonna. Sia per quanto riguarda le composizioni sia per l’atteggiamento militante, spesso a sostegno di fondamentali cause civili. A tal proposito, a certificare la stima di cui gode Smith tra i suoi colleghi è stata la decisione presa da Bob Dylan di delegare l’amica a ricevere al suo posto il Nobel per la Letteratura del 2016. Occasione in cui lei stessa si esibì durante la cerimonia di premiazione a Stoccolma. Ai concerti di Verbania e Milano non potranno mancare successi come Because the Night, scritta insieme a Bruce Springsteen, People Have the Power, Dancing Barefoot, Frederick, composta per il marito Fred, e la cover dei Them di Van Morrison Gloria. Questa è contenuta in apertura dell’album di debutto Horses del 1975, che tra l’altro si concludeva con un’altra cover, My Generation degli Who. Il suo legame con l’Italia è inoltre risaputo. Oltre ad aver duettato tra i tanti con Irene Grandi, Riccardo Cocciante e Raffaella Carrà, ha registrato una propria versione di Io come persona di Giorgio Gaber ed è stata insignita di lauree ad honorem dalle Università di Parma e Padova.
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