NELLA NOTTE
Prende a calci la porta: spaccata al centro ricambi
Il ladro ha provato inizialmente ad abbattere la vetrina, ma senza riuscirci. È accaduto in via Carcano, a Varese, tra mercoledì e giovedì
Un’altra spaccata a Varese, anche se questa volta pare che ad agire sia stato un disperato solitario piuttosto che una banda specializzata. È accaduto nella notte fra mercoledì 15 e giovedì 16 gennaio nel negozio QuiAuto.Store di via Carcano, alla fine della strada che da Biumo Inferiore porta in zona stazioni.
IL RACCONTO DELLA SPACCATA
«Venti minuti dopo la mezzanotte le nostre telecamere hanno inquadrato una persona da sola, a volto scoperto, che prima ha provato ad abbattere la vetrina senza riuscirci - racconta il titolare del centro ricambi per auto, Davide Bonaldo -: poi ha preso la rincorsa scagliando un forte calcio, trovando il punto debole dell’ingresso. Così si è aperto un varco nel vetro ed è entrato, portando via un pc, due cellulari e nemmeno 100 euro in contanti prelevati dalla cassa. Sembrava appunto un balordo, di quelli che frequentano questa zona e cercano soldi».
«LA SERA C’È DA AVERE PAURA»
L’amara sorpresa all’apertura dell’esercizio di mattina: la vetrina infranta, gli ammanchi e soprattutto i danni alla struttura. «Inoltre il computer ci serviva per lavorare e dovremo recuperare tutti i dati - prosegue il racconto -. Non è possibile che succedano questi fatti: a Varese è stata fatta un’ordinanza che vieta di bere alcolici all’aperto, ma qui vediamo tante persone completamente ubriache, che buttano bottiglie per terra e stazionano davanti al supermercato. C’è da avere paura a passare di sera con i bambini piccoli. E pensare che tutti i residenti erano contenti del nostro arrivo e dell’apertura di Action: le vetrine accese sono una presenza rassicurante, portano vita, movimento e sicurezza sotto questi portici prima abbandonati e in degrado. Ma tutto ciò non basta: servirebbero più controlli per risolvere questa situazione. La Polizia Scientifica è passata per effettuare un sopralluogo e prendere le impronte. Nei filmati si vede la persona in faccia, forse hanno già un identikit. Speriamo che si possa fare qualcosa».
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