TEATRO ARCIMBOLDI
Rocky Horror Show, la “madre” di tutti i musical

Prima tappa a Milano, al teatro Arcimboldi, dall’11 al 23 ottobre, del tour internazionale del “Richard O’Brien’s Rocky Horror Show”.
Definito “la madre di tutti i musical”, lo spettacolo travolge, coinvolge e affascina da oltre quarantacinque anni, ha toccato più di trenta Paesi ed è stato tradotto in venti lingue.
Il tour, in lingua inglese ma con la voce narrante italiana di Stefano Guerriero, ha ora la regia di Christoper Luscombe e conferma che il “Rocky Horror Show” creato da Richard O’Brien è uno spettacolo unico nel suo genere, musical trasgressivo e audace che nel 1975 ha avuto anche la versione cinematografica, ma la cui storia inizia due anni prima, in un teatro sperimentale di soli sessanta posti, con una piccola produzione teatrale che O’Brien scrisse mentre faceva da babysitter al figlio e per tenersi occupato mentre cercava lavoro come attore a Londra.
Il titolo originale era “They came from Denton High”, nome della cittadina dei due fidanzati dello spettacolo, Brad e Janet.
La prima andò in scena il 19 giugno 1973 in una sala secondaria al primo piano del Royal Court Theatre di Londra, ma quella che avrebbe dovuto prevedere sei settimane in scena si rivela una rappresentazione che riscuote immediatamente un grandissimo successo di pubblico e critica, al punto che si crea persino un “mercato nero ” di biglietti per lo spettacolo e lo show si sposta nel King’s Road Theatre dove registra il tutto esaurito fino all’anno successivo, data del debutto americano.
Anche Elvis Presley fu tra gli spettatori a una replica.
Il “Rocky Horror Show” è una vera e propria leggenda, un fenomeno mondiale con moltissimi fan, che per la maggior parte partecipano attivamente allo spettacolo travestendosi, e la versione cinematografica del musical, il “Rocky Horror Picture Show”, tuttora in programmazione, detiene il record come pellicola più proiettata della storia del cinema.
Il film ha avuto anche un sequel, nel 1981, sempre diretto da Jim Sharman con Richard O’Brien e Patricia Quinn: ”Shock Treatment”.
Ma se la trasposizione cinematografica ha contributo a trasformare il musical in mito, la versione teatrale si rinnova continuamente e coinvolge gli spettatori che si lasciano trascinare da un fenomeno tipico del “Rocky Horror Show”: si tratta dell’”audience partecipation”, cioè la partecipazione attiva del pubblico, sia con i già citati travestimenti a tema, ma anche con battute recitate in risposta a quelle degli attori e con balli sotto il palco, al punto che la stessa produzione dello show propone a chi lo desidera un manuale, “The Virgins Guide”.
Per quanto riguarda l’autore, la carriera di O’Brien è lunga e varia: attore in diversi film ma anche nel musical “Chitty Chitty Bang Bang”, operatore luci, attrezzista, ha anche inciso un album ed è considerato il più “vecchio teenager” di tutti i tempi.
La storia si apre con la maschera di un cinema abbandonato che presenta il film della serata: i fidanzati Brad e Janet, partiti per far visita al loro ex insegnante di scienze, sono costretti da una gomma a terra della loro auto a fermarsi in mezzo a un temporale, trovando riparo in un vecchio castello dove sono accolti da personaggi abbastanza particolari e dove sono costretti a fermarsi da una sorta di scienziato pazzo, Frank-N-Furter, travestito, proveniente da Transexual Transylvania e il cui nome è un gioco di parole tra Frankenstein e un tipo di würstel, che ha creato un ragazzo biondo e atletico di nome Rocky Horror, che fa rivivere.
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